Martin Ruskov

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  • In questo caso mi permetterei di rispondere io. Chiedo scusa in anticipo se nella mia ignoranza offendo qualcuno.

    Forse essendo straniero faccio fatica con la parola “italofono”. Per me sei italofono anche se impari italiano al estero perché ti piace il paese e vuoi conoscere la cultura. In tal caso non è che ti insegnano anche approfondendo nei dialetti. Io “per mia fortuna” ho suoceri che fanno fatica a parlarmi in italiano, ma questo non è il caso per altri miei amici e conoscenti che abitano a Milano (l’unica città italiana che è un’idea più aperta al mondo e dove non ti deridono perché non riesci a distinguere macaroni da penne). Ma pare che solo per me “italofono” include anche gente non nata in Italia.






  • Direi che dal punto di vista di un utente, la partecipazione avrebbe tre fasi incrementali:

    1. Lettura - questa non richiede registrazione, e per fortuna
    2. Interazione (sottoscrizione, votazione e commenti) - richiede presenza nel fediverso
    3. Moderazione comunità - richiede un account locale

    Elenco questi per poter sottolineare che se qua ci sarebbero contenuti interessanti, la maggior parte degli lettori arriverebbero comunque con traffico organico, e non come già presenti nel fediverso. Probabilmente questa gente non avrà la spinta di registrarsi per i primi 20-50ina letture. Solo quando per una persona la voglia di fare uno degli affordances in fase 2, nascerà la necessità di registrarsi.

    Per questa ragione mi viene da dire, che avere tanti post e meno commenti non è necessariamente un problema. O detto meglio, c’è un trade-off tra gli obiettivi di avere una comunità vivace con utenti che commentano e di attirare nuovi utenti che alla fine vengono contati banalmente con page hits.

    Dopo, chiaramente l’utenza attuale non è rappresentativa per la potenziale utenza che potrebbe utilizzare una piattaforma italofona. Come conseguenza, i contenuti qui sono molto spinti su temi che interessano poco utenti non tecnici.




  • Penso ci siamo capiti bene. Forse non sono riuscito a spiegare perché Lombardia o Milano non potrebbero servire come il posto giusto per scambiare notizie fra una comunità più focalizzata con forte identità come Lambrate.

    Come si vede, sono l’unico qui che ha voglia di investire energia e tempo sul tema (ma anche qualsiasi comunità locale) a questo punto. È chiaro anche che abbiamo idee completamente opposti su come affrontare il problema della gallina e uovo nel comunity building. Io la vedo come una strada molto più realistica dire ai miei vicini di condominio, altri genitori di asilo nido, compagni di GAS, colleghi in università: “guardate cosa ho preparato e come lo possiamo usare”, anziché “perché non creamo una nuova comunità da capo con una ancora nuova tecnologia”

    Se capisco bene, la tua è la posizione come amministratore. A questo punto aspetterei che arriviate a creare prima /c/Lombardia e /c/Milano, ma forse ancora prima /c/Sicilia, /c/Trentino, /c/Roma e chi sa che comunità che avrà utenti da partecipare. Forse ci riscriviamo di nuovo dopo.

    No hard feelings. Buona fortuna a tutti!


  • Con rispetto, mi rifiuto di mantenere ancora un altro server vuoto con un tema che trovo superfluo, come già indicato.

    Nel mio quartiere (come in qualsiasi altro quartiere) ci sono diverse comunità che comunicano tramite WhatsApp o Terminal (in Italia questo sembra di non essere percepito come un problema, per me invece è un rischio siccome ho già vissuto le conseguenze del crollo di dipendenze simili in Bulgaria). Invece non ci sono canali pubblici di diffusione per i tanti bisogni della comunità. Dovrebbe essere chiaro a tutti qui, che i menzionati social commerciali hanno affordances incompatibili con le dette esigenze.

    Quindi, per ricapitolare, cerco la possibilità di creare un forum locale senza dover fare una manutenzione che non vedo portare nessun valore, né alla mia comunità, né al fediverso, né a terze persone milanesi che non hanno nessuno che li potrebbe introdurre. Se il nostro forum potrebbe servire come un ponte al fediverso per i miei concittadini, ben venga, ma sarebbe una conseguenza secondaria.



  • Potrebbe essere un passo successivo. Per adesso io non vedo gente interessata di abitare con contenuti una istanza su Milano. Ho cercato discussioni, ma l’unici menzioni di Milano che vedo sono notizie generiche che mi sembrano di arrivare da account “istituzionali”, per quanto nel fediverso italiano gli istituzioni per adesso sono one-man-army associazioni. Per quello che vedo, queste notizie su Milano hanno meno riscontro da altri utenti che la domanda che discutiamo qua.

    L’istanza sarebbe una soluzione tecnica per un vuoto sociale. Non la vedo come adatta oggi. In futuro, chi sa. Forse se trovassimo qualcun’altro interessato di creare almeno un’altra stanza? Per me questo deve per forza arrivare con l’impegno di portare anche gente della comunità da fuori del fediverso.



  • Nel progetto vincitore per il Scalo Lambrate è stato scritto:

    Per migliorare il collegamento con l’area ad ovest di Città Studi, ed integrare al meglio la nuova area in rigenerazione con l’esistente e, ancor più, il comparto cittadino più ad est (Canzi-Rubattino), è possibile realizzare un’opera di attraversamento più sicura ed efficiente del rilevato ferroviario in alternativa all’inadeguato sottopasso di via E. Bassini.

    ed è riportato il seguente concetto:

    Un nuovo potenzialo varco ciclo-pedonale a Lambrate